giovedì 3 febbraio 2011

Radici

"Sai" dico, "sono scaduti i diritti d'autore sulle opere di Freud".
E' domenica e sono le nove del mattino. Anna sa che, prima di colazione, non sono in grado di dire nulla che abbia un senso compiuto. Se è di buon umore, mi asseconda nel mio delirio. Oggi è di buon umore.
"Perché?", mi risponde. "Vuoi cominciare a tradurre Freud?"
"Magari. Purtroppo non so il tedesco. No, è per spiegare come mai mi sono alzato così presto. Ieri pomeriggio sono entrato in libreria e ho visto che la Newton Compton ha pubblicato questa edizione economica del saggio di Freud su Mosè..."
"Quello sul Mosè di Michelangelo? Ma non l'avevi già letto?"
"No, non quello sulla statua. E' una monografia proprio su Mosè il personaggio biblico. E' l'ultima grande opera di Freud, pubblicata nel 1938, un anno prima della morte. Non l'avevo ancora letta, perché l'edizione Bollati Boringhieri costa una barbarità e non mi andava di prenderla in prestito in biblioteca. Sai, i libri di Freud sono di quelli che voglio possedere. Comunque niente, ieri l'ho comprato e l'ho finito proprio poco fa. Senza zucchero, il tuo caffellatte, vero?"
"Tre cucchiaini, grazie".
"Mi prendi in giro?"
"Certo. Ma raccontami un po' questo libro, sono curiosa. E' assurdo come l'altro, quello sulla statua di Michelangelo? Quello dove Mosè, di ritorno dal Sinai, vedeva il suo popolo adorare il vitello d'oro, s'incazzava e stava per spezzare le tavole della legge, ma subito si tratteneva, e proprio in quel momento Michelangelo era lì che lo 'fotografava' con lo scalpello, e dietro un cespuglio c'era il professor Freud, col suo taccuino, che analizzava l'intera performance..."
"Dai, non essere così cattiva. Diciamo che, in quel saggio, Freud ha dato una sua interpretazione, un po' audace, di una celebre scultura rinascimentale. Comunque anche W. H. Auden, in una sua poesia, ha scritto che Freud a volte era assurdo e che ciò non diminuisce affatto la sua grandezza".
"Sarà. Intanto neppure il tuo Freud è riuscito a spiegare ad Auden la verità sull'amore".
"Tesoro! La verità sull'amore non la conosce nessuno. Tranne tu ed io, naturalmente".
"Naturalmente. Ma non mi hai ancora detto cos'ha di tanto speciale questo libro, che ti ha buttato giù dal letto poco dopo l'alba".
"E' presto detto. Hai presente Mosè, no? Il patriarca, il fondatore della religione ebraica, il profeta che guidò il suo popolo nell'esodo dall'Egitto verso la Palestina, che ricevette da Dio i dodici comandamenti, eccetera. Bene, Freud sostiene che Mosè, in realtà, non era affatto ebreo. Era egiziano".
"Ma va'?"
"Proprio così. Secondo Freud, Mosè era un nobile, o forse un alto sacerdote egiziano, seguace del dio Aton. Come ricorderai, il faraone Akhenaton aveva tentato di introdurre in Egitto il monoteismo, sostituendo al culto degli dèi la religione dell'unico dio solare Aton. Ma la sua riforma religiosa, molto avanzata per quei tempi, non ebbe fortuna. Quando Akhenaton morì, il politeismo riprese il sopravvento in Egitto. Il clero, che era stato represso ed esautorato da Akhenaton, morto il faraone, si vendicò ferocemente. Fu una reazione terribile: tutte le tracce del culto di Aton furono spazzate via. Persino il nome Aton fu cancellato dai monumenti".
"Sì, mi ricordo. Anche il faraone Tutankh-Aton, il giovane erede di Akhenaton, dovette cambiare nome, riconvertirsi alla vecchia religione e chiamarsi Tutankhamon. E forse neanche questo bastò a salvargli la vita, poverino! Probabilmente lo ammazzarono e lo chiusero nella tomba con quella bellissima maschera funebre tutta d'oro..."
"...quella che abbiamo visto cinque anni fa al museo del Cairo..."
"... durante il nostro viaggio di nozze. A proposito, fra poco è il nostro anniversario, Tato. Dove andiamo a festeggiarlo?"
"Mah, in Egitto ci siamo già stati. Ti porto a Vienna, a visitare la casa di Freud?".
"Anche a Vienna ci sono già stata".
"Ma io no. Comunque, stavo dicendo: Mosè era un fedele del dio Aton. La nuova religione gli piaceva proprio, e non si rassegnò alla restaurazione politeista. Era in contatto con questa popolazione di nomadi, che vivevano nel deserto, ai margini della società egiziana, chiamati Habiru...".
"Gli Ebrei?"
"Proprio loro. Mosè ne fece il suo popolo. Li convertì alla religione monoteista, diede loro nuove leggi, insegnò loro tutto ciò che sapeva, e li condusse con sé nell'esodo fuori dall'Egitto, verso la terra promessa."
"Ciumbia! Sembra una puntata di Voyager. Quali altre sensazionali rivelazioni ci sono, nel tuo libro? Nel senso: Mosè era egiziano, e poi? Shakespeare era siciliano? Le sinfonie di Mozart le ha scritte un veneto? Atlantide altro non era che la Sardegna? E qualcosa sul Graal? Non dirmi che non c'è niente sul Graal. Cioè, scusa, Tato, ma è una teoria un po' delirante..."
"Sshh! Se ridi così forte, svegli la bambina. Sì, hai ragione, è delirante. Proprio in ciò consiste la genialità di Freud. Lui ragionava come i suoi pazienti. Altrimenti non sarebbe mai riuscito a guarirli, no? Tramite lui, la Follia torna a parlare, dopo tre secoli di censura... E lascia perdere Voyager: non c'entra niente. Freud credeva in ciò che diceva, e non gli interessava fare audience".
"Boh. Ma li guariva, i suoi pazienti?"
"Certo che li guariva! Guarda, mi hai fatto talmente arrabbiare che mi sono mangiato tutti i pistokeddos".
"I savoiardi di Atlantide? Ma se te ne mangi un'intera confezione ogni mattina. Sei forte, Tato. Però spiegami una cosa. Allora, siamo nel 1938. Mezza Europa è sotto dittature fasciste, Hitler sta per annettersi l'Austria, lo stesso Freud deve scappare a Londra per sfuggire alla persecuzione, e in questa situazione tragica per il suo popolo, il professore non trova di meglio che pubblicare un libro dove sostiene che il fondatore dell'ebraismo non era ebreo? A me pare una mezza vigliaccata, non capisco come fai a parlarne con tutto questo entusiasmo".
"Ma caspita, Anna, è proprio questo il punto! Senti: chi ha vinto le ultime elezioni?"
"Non capisco cosa c'entra".
"Come, che c'entra? Ma lo senti, quello che dicono? 'Padroni a casa nostra. Ognuno a casa sua. Il Suolo. Il Sangue. La Razza. Le Tradizioni. Le Radici. Il Territorio. Radicarsi nel Territorio'... Dio, quanto ce la menano co' 'sta storia del territorio! Tutti a ribadire come un disco rotto che bisogna Radicarsi nel Territorio, come se non fossimo esseri umani, ma olmi, o platani, o che so io. E come se non fossero stati proprio loro a devastarlo e distruggerlo, 'sto cazzo di territorio, da quarant'anni in qua, a furia di capannoni e svincoli e tangenziali e inceneritori e ripetitori, centri commerciali e colate immonde di cemento, fabbriche aperte e poi chiuse, e sempre zero solidarietà, zero giustizia, zero cultura, zero arte e zero umanità... Talmente spaventati e abbrutiti e rimbecilliti da questo schifo che loro stessi hanno prodotto, da non saper fare altro che cercare spasmodicamente qualche capro espiatorio, cui far scontare tutta la loro bile e la loro frustrazione... E prima i meridionali, e poi i tossici, e poi gli albanesi, e ora gli islamici..."
"Adesso sei tu che rischi di svegliare la bambina".
"Sì. Scusami. Preparo un altro caffè. O preferisci un po' di spremuta d'arancia?"
"Spremuta, grazie. Quando parli di quelli là, mi sembri tuo padre".
"Che cosa brutta che hai detto..."
"Perché? Mi sta simpatico, tuo padre. Ma non mi hai ancora spiegato cosa c'entra tutto questo con Freud".
"Niente, tranne il fatto che tutta quella ripugnante retorica del Sangue e del Suolo era esattamente la stessa di cui si riempivano la bocca gli antisemiti al tempo di Freud. Sai cosa dicevano? Questo, dicevano: che ogni razza ha un proprio suolo d'origine, a cui è legata da un vincolo spirituale e mistico; che la qualità del suolo determina la qualità della razza; che gli ebrei non hanno patria, non hanno territorio e quindi non hanno dignità, sono nomadi e sbandati, vivono da parassiti degli altri popoli, eccetera eccetera."
"Beh, oggi gli ebrei ce l'hanno, il loro Stato".
"E infatti i razzisti di oggigiorno non se la prendono più tanto con gli ebrei (almeno per ora), quanto soprattutto con gli zingari e con i migranti. Ma gli argomenti sono più o meno gli stessi. Ed è contro questi argomenti che Freud mette in campo il suo Mosè. Considera questo: gli dèi che le popolazioni del Medio Oriente veneravano, a quell'epoca, erano divinità nazionali; ogni popolo aveva le sue, e queste facevano tutt'uno con il loro territorio. Erano divinità guerriere, rozze, sanguinarie, che accompagnavano ciascun popolo nella sua lotta per la supremazia sugli altri popoli."
"Ma era proprio così o lo dice Freud?"
"Non lo so. Non m'intendo di storia delle religioni. Comunque, Freud sostiene che il dio di Akhenaton e di Mosè era un dio molto diverso dagli altri dèi suoi contemporanei. Era un dio illuminista, per così dire. Anzi, quasi kantiano. Pacifista. Un dio universalista: non gli importava la nazionalità dei suoi fedeli. Non gliene fregava niente di cerimonie, riti, preghiere, statue o amuleti. Non pretendeva templi dove essere adorato, né una casta di sacerdoti per servirlo. Nemmeno prometteva alcuna vita dopo la morte. A questo dio, importava solo una cosa: che ci si comportasse bene. Che si vivesse una vita secondo ragione, verità e giustizia. Tutto qui. E' questa, secondo Freud, l'essenza del monoteismo ebraico: solo una personificazione della Ragione e della legge morale. L'aspetto etnico o nazionale o 'razziale' è così poco importante, nella concezione freudiana del monoteismo, che lo stesso fondatore dell'ebraismo non è ebreo. E allora il paradosso è che, con questo libro, l'ateo, scientista e razionalista Freud ha reso alla religione e alla cultura dei suoi padri l'omaggio più elevato che per lui fosse concepibile..."
"Bello. Ma è tutta una contraddizione. Prima non hai detto che tramite Freud la follia trova finalmente voce? Adesso te ne esci con questo panegirico della Ragione illuminista. Poi, scusa Tato, ma mi sembra tutta una diatriba tra maschi. Il dio di Freud, così ragionevole e tollerante, contro i rozzi e violenti dèi guerrieri delle mitologie pagane, va bene. Però le dee? La Grande Madre Mediterranea, per esempio, che fine ha fatto? E Iside? E poi, non capisco questa cosa dell'iconoclastia: cosa avete contro le cerimonie, i riti, e anche contro la magia, le statue e gli amuleti? Non so, sarà anche una bella cosa, questo famoso monoteismo, un grande progresso, non discuto, ma non so perché mi fa venire in mente la caccia alle streghe... Vado a svegliare la bambina, vah! Ché se no si fa tardi".
"No! Aspetta un minuto".

Pubblicato il 7 maggio 2010, qui: http://www.evulon.net/news.php?extend.3368

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