martedì 26 febbraio 2013

1994


From: "scrittore della domenica" <scritdom72@unimi.it>
To: "lorenzo" <Lrnz73@unipi.it>
Date sent: Mon, 14 Feb 1994 12:09:05
Subject: Eccomi

Mannaggia a te! Che c'era di male nelle lettere cartacee? Signornò. "Dai, mandami un'e-mail! E' facile, divertente, vedrai!". - Intanto ho dovuto iscrivermi al laboratorio d'informatica di questa cavolo di università, dove bisogna fare domanda in carta bollata anche per un caffè al bar. Poi, io il computer manco lo so usare. A quest'ora dovrei essere in sala studio a preparare l'esame di diritto privato comparato (capirai); invece sto qua ad arrovellarmi con tastiera e mouse.

Va beh. Ti scrivo per questo: devi assolutamente registrarmi un po' di cassette di musica rock. Hai presente? Quella che tu hai sempre detto che io la snobbo. Specialmente, quanto più progressive anni '70 riesci a procurarmi. Non so, gli Yes, i Genesis, i King Crimson, quella roba là. E poi il grunge. Non i Nirvana, ché onestamente non li reggo: Smashing Pumpkins, Pearl Jam, Soundgarden. E magari della musica da discoteca, però di un certo livello. E ci sarebbe un pezzo di un gruppo inglese che mi ossessiona, si chiama... ce l'ho sulla punta della lingua. Basta, appena mi ricordo il titolo te lo dico.

No, non sono impazzito. E' che ho conosciuto una ragazza molto simpatica che ha questi gusti musicali. Anche molto bella, a dire la verità. Anzi, la sola cosa che le vorrei dire è proprio questa: che la trovo bellissima. Ma, tu mi conosci; non c'è verso; se provo ad affrontare l'argomento, ammutolisco senza rimedio. Così mi servono urgentemente altri argomenti di conversazione. Lei studia inglese, e fin qui posso arrangiarmi. L'ho anche accompagnata a lezione, ho studiato i suoi appunti. Sai? Sto diventando, credo, il massimo esperto di T. S. Eliot di tutto il basso Ionio reggino. Quest'estate, se non altro, potrò esibirmi nei locali sul lungomare recitando The Waste Land a memoria.

Ma tutto questo non basta. Prima o poi dovrò trovare il coraggio di invitarla a uscire una sera, che so, ad un concerto, o addirittura (non ridere) a ballare. Perché ho capito che alle matinée in Conservatorio lei non ci viene. Ebbene, è qui che subentri tu. Devi aiutarmi ad andare oltre Beethoven. Ripeto, procurami del rock, perché mi serve come il pane!

Attendo tue notizie, stammi bene.

P.S. Mi sono ricordato il titolo di quella canzone: Creep, dei Radiohead.


From: "scrittore della domenica" <scritdom72@unimi.it>
To: "lorenzo" <Lrnz73@unipi.it>
Date sent: Mon, 21 Mar 1994 15:31:22
Subject: Re: Re: Eccomi

Grandi novità! Abbiamo occupato. Ora la nostra casa dello studente è Pensionato Universitario Occupato Autogestito. L'abbiamo deciso venerdì sera, al termine di un'agitata assemblea sugli ultimi aumenti delle rette e della mensa. Io mi sono aggiudicato la gran parte dei turni di notte in portineria: sia per evitare i turni di pulizia, sia perché mi piace fare le ore piccole e perché durante l'occupazione c'è un bel clima. Si parla, si beve, si fuma tabacco e non solo: effettivamente, non sto studiando granché. Però mi diverto.

Ieri, per esempio, verso la mezzanotte la situazione comprendeva una bottiglia di mirto, uno stereo, sei-sette persone fra cui Alice (la ragazza di cui ti ho parlato nella mia ultima lettera) e me. Il guaio è che dopo un'oretta loro sono usciti, per andare credo in discoteca, mentre io dovevo rimanere per continuare il turno; ma mi hanno lasciato la bottiglia, d'altronde semivuota, e lo stereo. O forse due bottiglie e due sterei, a quel punto non capivo più bene. Sono riuscito, in qualche modo, a togliere la cassetta dei Rage Against The Machine e a mettere su il Lamento d'Arianna di Monteverdi, che in quel momento era anche più adatto.

A proposito: mi hai registrato le cassette che ti ho chiesto? Se scendi anche tu in Calabria per le elezioni, tra una settimana me le puoi dare. Ma l'hai visto quel pagliaccio miliardario? E pensa che magari qualcuno lo voterà anche. Viviamo in un paese meraviglioso.


From: "scrittore della domenica" <scritdom72@unimi.it>
To: "lorenzo" <Lrnz73@unipi.it>
Date sent: Fri, 15 Apr 1994, 16:05:30
Subject: buona notte al secchio

La sai una cosa? Tre anni fa, dopo il diploma, commisi un solo errore.

Allo sportello della stazione chiesi un biglietto per Milano. Sbagliai: avrei dovuto comprare un sola andata per Londra, o per Parigi, o per Berlino.

L'occupazione è finita. L'Ente per il Diritto allo Studio ha promesso che, col nuovo bilancio, ben il 3,75% delle risorse aggiuntive sarà stanziato per porre rimedio ai recenti rincari delle tariffe, compatibilmente con il principio del pareggio contabile.

Insomma: non abbiamo ottenuto un bel niente.

Ho saputo che Alice si è fidanzata. Con uno studente d'ingegneria, milanese da varie generazioni e di ottima famiglia, buon giocatore dilettante di basket. Ha una macchina svedese con doppia alimentazione, benzina verde e gas, perché bisogna proteggere l'ambiente. Un bravissimo ragazzo.

Tutto è perduto. Mentre questa ridicola nazione, consegnatasi ancora volontaria nelle mani di un tirannello squilibrato, si avvia verso il suo triste destino, io ti comunico la mia irrevocabile decisione.

Pongo rimedio al mio errore.

Espatrio.

E basta, con queste e-mail del piffero! Ti farò avere prossimamente il mio nuovo recapito estero.

La sai un'altra cosa? Siamese Dream degli Smashing Pumpkins è molto più noioso della più tediosa sinfonia di Bruckner.


From: "scrittore della domenica" <scritdom72@unimi.it>
To: "lorenzo" <Lrnz73@unipi.it>
Date sent: Tue, 26 Apr 1994 16:28:43
Subject: scherzavo

E niente: all'estero non sono andato.

Ti spiego cos'è successo.

Sai che mi è sempre piaciuto stare sveglio fino a tardi; ultimamente sto esagerando; mi succede spesso di fare l'alba. Da un po' non scendo neanche più in sala studio, per non rischiare d'incontrare Alice. La sera me ne sto tappato in camera, ascoltando Brahms.

Un mio consiglio per i giovani: se abitate in una casa dello studente, cercate di non innamorarvi mai di un'altra persona ospite del pensionato. Soprattutto se non corrisposti.

Bene: domenica notte, mentre studiavo, ho messo su il Tristano. Così, tanto per cambiare. Ma, poco dopo il preludio, ho dovuto spegnere.

Frisch weht der Wind
Der Heimat zu
Mein Irisch Kind,
Wo weilest du?


Mi si è annebbiata la vista, e ho scoperto che avevo finito i kleenex. Ho chiuso il libro. Mi sono alzato dalla sedia e sono andato a lavarmi il viso con l'acqua fredda. Poi sono tornato alla scrivania.

Ho acceso il quinto canale della radio (quello che trasmette solo classica). C'era un brano di avanguardia; una cosa che non conoscevo, una specie di collage sonoro sul tipo di Revolution 9 dei Beatles, hai presente? Folle in tumulto, suoni strani, rumori ambientali, nastri in loop, voci umane che declamano sillabe incomprensibili. Un delirio.

Roba forte! Ho attaccato lo spinotto delle cuffie alla radio e mi sono sparato il brano nelle orecchie, chiudendo gli occhi e reclinando indietro la testa. A un certo punto, dal tappeto sonoro ha cominciato a emergere una voce femminile, che sembrava pronunciare un testo coerente. Dapprima si sentiva sullo sfondo, e non si capiva bene cosa dicesse; qualcosa sul Vietnam. Man mano, la voce diventava sempre più forte, più netta, e veniva sempre più in primo piano. Alla fine, con una presenza sonora impressionante, la voce scandiva, anzi no scolpiva, queste parole: "Rimanete qui, e combattete per la vostra dignità di uomini".

"Avete ascoltato: Luigi Nono, Contrappunto dialettico alla mente", ha detto l'annunciatore.

Ho staccato lo spinotto, ho tolto le cuffie e ho spento la radio.

Ho riconsiderato la mia intenzione di espatriare. Ho pensato: ma non l'ho già fatto? Sono già emigrato. E prima di me mio padre, proprio negli anni in cui Nono componeva quel pezzo.

Quante volte ancora voglio fare le valigie?

Possibile che l'unica soluzione sia quella di scappare sempre più lontano?

L'indomani, 25 aprile, sono andato alla manifestazione. Il concentramento era alle due del pomeriggio; ma mi sono svegliato così tardi che non ho potuto neanche fare colazione. Ho preso un caffè al distributore automatico giù in atrio e sono uscito, in direzione porta Venezia.

Era previsto un corteo molto grande. E' stato immenso. Mai vista tanta gente tutta insieme! E che varietà, quanti colori, che musiche, che allegria! Quanta pioggia, anche: veniva giù a secchiate, per tutta la durata della manifestazione.



Io ero in fondo al corteo, e pensa che non sono neppure riuscito a entrare in piazza Duomo, tanto era gremita! Ho svoltato per piazza Fontana, poi per via Larga. Ho vagato per un pezzo; non so chi o cosa mi aspettassi di trovare, a parte qualcosa da mettere sotto i denti, dato che avevo una fame da lupo.

Mi sono ritrovato, non so come, in piazza Sant'Alessandro, vicino alla facoltà di lingue, che naturalmente era chiusa; c'era però un bar-tavola calda miracolosamente aperto; mi ci sono fiondato dentro.

Ero seduto sul mio sgabello, dando le spalle all'ingresso, e divoravo la mia pizzetta, ovviamente pessima come solo a Milano la sanno fare, quando mi è parso di vedere una sorta di variazione nella luce. Come se avesse improvvisamente smesso di piovere e fosse uscito un sole splendente.

Mi giro, e vedo Alice entrare nel locale e raggiungermi.

Era in tenuta da manifestazione: jeans sdruciti, camicia grunge, niente make-up (lei che di solito è così curata). I lunghi capelli biondi inumiditi dalla pioggia, che intanto continuava a scrosciare.

"Ciao", le dico. "Dov'è il tuo fidanzato?"

"Sciocco", mi ha risposto. "Oggi ci sono cose più importanti", ha detto. "C'è mezza casa dello studente qui fuori: abbiamo fatto uno striscione molto figo, lo andiamo ad attaccare al portone dell'I.S.U. Cosa fai qua, solo come un gufo? Vieni anche tu!"

Non me lo sono fatto dire due volte.

E dunque. Fra un mese ho l'esame di diritto sindacale. Materia interessante, sai? Credo che chiederò la tesi.

Per ora rimango qui.

(Racconto già pubblicato su Evulon. Ogni riferimento a fatti, persone, città, eventi, uomini politici, bar e pizzette della realtà è puramente casuale).